Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

{Erbario}

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2011 13:14
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
28/01/2011 13:18




°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:00

{Note Off}
Autore:Autori vari -
Revisionato e corretto il: 25-01-2011 da Chloe
Presentato in On come: libercolo di media grandezza
Rilegato in modo da racchiudere il tutto in un unico Tomo.

{Note On, scritte sulla seconda di copertina}
Il liber presenta la catalogazione delle erbe piu diffuse e conosciute,tratta del loro uso della loro storia.
Di autori vari Avalonesi e non.



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:02

QUERCIA

Le querce hanno dimensioni molto variabili. Alcune sono poco più alte di un arbusto, altre possono raggiungere l'altezza di cinquanta metri. L'albero preferisce i terreni profondi non troppo compatti e ama l'umidità del suolo. Sovente cresce sulle sponde dei fiumi e ne sopporta le inondazioni. Si differenziano dagli altri membri della famiglia delle fagacee per alcune particolarità come la struttura dei fiori (unisessuali, minuti e riuniti in infiorescenze ad amento (simile ad una spiga)) e il tipico frutto, costituito da una ghianda. I fiori sbocciano in primavera, quasi in concomitanza con la comparsa dei germogli delle foglie. Appena sbocciati, producono grandi quantità di polline, la cui dispersione è affidata al vento.
Le foglie possono essere caduche, sempreverdi o semipersistenti; in quest’ultimo caso, rimangono sulla pianta per tutto l’inverno e cadono in primavera, quando sono già pronte quelle nuove in sostituzione. La loro forma varia molto da specie a specie e, talvolta, anche nell’ambito di una stessa specie; la foglia più tipica è semplice, presenta margini lobati ed è completa di stipole alla base (piccole strutture verdi simili a foglioline, poste ai lati del picciolo). La ghianda è sormontata da una cupola costituita di numerose squamette, talvolta spinose(pigna). Il legno ha proprietà differenti nelle diverse specie; il più pregiato è quello del rovere e della farnia.
l legno delle querce, particolarmente duro e resistente, viene largamente impiegato in ebanisteria o come materiale per mobili, doghe di botti, impiallacciature e pavimentazioni; utilizzato anche per costruire edifici e navi. Dalla spessa corteccia spugnosa della sughera (Quercus suber), una specie che cresce nelle regioni mediterranee, si ricava il sughero, un materiale leggero e impermeabile, utilizzato ad esempio per i turaccioli. La corteccia di numerose specie contiene dei composti noti come tannini, utilizzati nella concia delle pelli, e altre sostanze impiegate per tinture. Il tronco resiste bene al fuoco.



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:02

FAGGIO
I faggi (Fagus sylvatica) sono alberi maestosi, che possono raggiungere i 40 metri di altezza e presentano una chioma massiccia, molto ramificata e con fitto fogliame, facilmente riconoscibile a distanza perché molto arrotondata e larga. Hanno una corteccia grigiastra e liscia e in inverno sviluppano caratteristiche gemme allungate. Le foglie sono semplici, ovali, con margine continuo e leggermente ondulato, lucide su entrambe le facce, disposte sul ramo in modo alterno. In autunno assumono una caratteristica colorazione arancio o rosso-bruna. I fiori sono unisessuali, riuniti in amenti (simile ad una spiga) quelli maschili, in piccoli gruppi, detti 'cupola', quelli femminili. La fioritura avviene generalmente nel mese di maggio. I frutti sono detti faggiole o faggine, vengono spesso utilizzati come mangime per i maiali. Il faggio si può riprodurre per seme o vegetativamente, tramite pollini.

Usi:
· L'olio estratto dai semi, di colore pallido e sapore dolciastro viene utilizzato come condimento.
· Le foglie vengono usate come foraggio per il bestiame, nelle zone con scarsi pascoli



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:03

MELO


Malus sylvestris, Malus domestica


Antico inglese: aeppel; Antico alto tedesco: aphol, apfal; Bretone: avalenn; Gallese: afallon, afallach; Gaelico scozzese: abhall, fallach; Antico irlandese: quert.


Riconoscimento e proprietà terapeutiche

Il melo è un piccolo albero, parte della famiglia delle Rosacee, che generalmente non supera i 10 metri di altezza. Cresce formando dei cespugli dai lunghi rami e lo si trova spontaneo in radure e boschetti molto soleggiati. Si coltiva molto facilmente.

La sua corteccia è ruvida e tendente al grigio il legno è duro e dalle bellissime venature, caratteristiche che lo rendono molto amato dagli artigiani del legno.
Sia le foglie che i fiori, formati da cinque petali dalle sfumature bianco rosate, spuntano in primavera, tra Saille e Uath, mentre i frutti maturano per tutta l’estate e sono pronti per la raccolta nel tardo autunno(solitamente nel mese di Gort).
Essi si differenziano a seconda della specie di melo:
- Nel melo selvatico sono abbastanza piccoli, duri, verdognoli e dal sapore acidulo
- In quello coltivato, del quale esistono più di mille qualità diverse, sono più grandi, colorati, teneri e molto dolci.

La parte del melo più usata è, come noto, il suo frutto. La mela è considerata il frutto della guarigione e della salute per eccellenza, date le sue innumerevoli proprietà curative.


L’intero frutto è rinfrescante e dissetante; la buccia, soprattutto, nella quale sono contenute le buone essenze che donano alla mela il suo profumo intenso e dolcissimo.




Ricette
La ricetta più semplice ed immediata è mangiare le mele in qualsiasi modo, crude o cotte.

INFUSO DI MELO
Lasciare in infusione una manciata o due di fiori e foglie di melo (oppure di corteccia, o di gemme o di tutte queste parti miscelate insieme).
In alternativa preparare un decotto, mettendo le suddette parti di melo in un litro d’acqua fredda che verrà portato ad ebollizione e lasciato bollire per 10 minuti.



SIDRO
Con le mele viene preparato il sidro, una bevanda a bassa gradazione alcolica ottenuta dalla fermentazione del succo di mela. Il sidro, insieme all’idromele (che, nonostante il nome ingannevole, non è preparato con le mele ma esclusivamente col miele).



Il nome stesso di Avalon deriva sia dal gaelico Emhain Abhlach, sia dal gallese Ynis Afallach o Ynis Afallon, come anche dal bretone Avalenn e dallo scozzese Fallach o Abhall; tutti nomi che letteralmente significano “Isola delle Mele”, “Isola del Meleto” , “Terra delle Mele”, o semplicemente “Mela”. Poiché la mela è la Guida del cammino e la sua risoluzione, il “mezzo” e la realizzazione stessa di ciò a cui si anela, il viaggio verso l’Altromondo e, al contempo, la Sua Essenza vibrante.



Particolari caratteristiche della mela, ritenute sacre dagli antichi, sono i simboli che appaiono quando la si recide in due metà. Tagliata orizzontalmente, infatti, essa rivela, nel suo centro, una stella a cinque punte, o un fiore a cinque petali, a seconda di come lo si voglia intendere. Tagliata verticalmente ricorda invece il simbolo della femminilità
[Modificato da shadow.20 19/05/2011 12:04]



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:06

Questo antico tomo, rilegato di recente, è stato arricchito da due fogli di pergamena; condotti da Lady Nymeria, presso la biblioteca.
{Nota OFF: Corretto da Shadow}

°§°Lady Lanyice°§°


Idromele

L’idromele è la bevanda alcolica più antica del mondo. Si ottiene per fermentazione naturale dal miele ed è più antica del vino e molto più della birra. Probabilmente fu scoperta per caso, allorché qualche curioso decise di assaggiare l’acqua in cui si usavano immergere i favi delle api per ripulirli del tutto dopo la raccolta del miele (i favi venivano “razziati”: era pratica assai diffusa) e, assaggiando quell’acqua in cui il miele era ormai fermentato, compì, molto probabilmente, la prima degustazione di bevanda alcolica della storia!

Dolce al punto giusto e inebriante, l’idromele si meritò centralità in molti miti greci nel racconto dei quali veniva denominata con un suo sinonimo, forse più conosciuto dello stesso nome, ambrosia.

L’ambrosia è la bevanda divina, sorbita nei luoghi paradisiaci (anzi: olimpici!) in cui scorreva –guarda caso-latte e… miele.


Ingredienti:

1, 7 kg di miele

1,8 l di acqua

1,5 kg di frutta fresca biologica (preferibilmente pesche, ciliegie o fragole)

Preparate il mosto di miele sciogliendo il miele nell’acqua e lasciandolo quindi fermentare, con la frutta pigiata o spappolata, per sei o sette settimane in un recipiente di ceramica, aerando il liquido durante i primi due o tre giorni in una piccola damigiana alla quale venga applicato un ‘gorgogliatore’ oppure con l’imboccatura coperta da una garza bloccata da un elastico. Se la fermentazione procede senza intoppi (la temperatura ottimale è di 20° centigradi), il grado alcolico della bevanda può raggiungere i 14° centigradi. In ogni caso, quando la fermentazione è cessata, filtrate ed imbottigliate.


Seconda ricetta:

Ingredienti:
quantità ingrediente
250 G Alcool A 70 Gradi
400 G Vino Bianco Secco
400 G Zucchero
3 G Coriandolo
1 G Anice Stellato Contuso
3 Chiodi Di Garofano
1/2 G Semi Di Angelica
2 Gocce Tintura Di Muschio

Preparazione

Frantumate in un mortaio di marmo le spezie e chiudetele con l'alcool in un vaso ermetico, lasciandoli macerare per 10 giorni e rimestando due volte al giorno. Dopo questo periodo riaprite il vaso ed aggiungetevi il vino bianco genuino e dal sapore secco, richiudete e lasciate macerare per altri 10 giorni. Finalmente aggiungete lo zucchero e le due gocce di tintura di muschio, rimestate e chiudete di nuovo. Si lascia riposare per altri 5 giorni, si filtra e si imbottiglia.



Il Soma e un liquore inebriante, che dà coraggio in battaglia, stimola l'ispirazione dei poeti, guarisce le malattie e assicura una lunga vita a chi ne fa uso; sul piano fisico, inoltre, riempie di forza il corpo.
La composizione di questa droga pero ci è ignota: nella bevanda divina entravano diversi ingredienti come il latte, la farina, il miele, l'acqua, e questi elementi venivano mescolati con il succo ottenuto pestando in un mortaio una pianta magica; il succo viene distillato per tre volte nello stesso giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
Ma ciò che rende il soma un liquore sacro non è tanto la composizione chimica, quanto il rituale che viene eseguito dal sacerdote incaricato di officiare e che viene accompagnato da formule magiche, da canti, inni.
Ci si e interrogati a lungo quale fosse la pianta necessaria alla sua preparazione e, di volta in volta, le interpretazioni sono state diverse: gli ultimi studi in proposito identificano questa droga con l'estratto della cannabis indiana, o, con il fungo amanita muscaria, potente allucinogeno per entrare in contatto con la realtà altra.
Un'altra droga e l'haoma. Anche l'haoma e un liquore inebriante, che rende forte il corpo e la mente e che viene ottenuto pestando qualche pianta in un mortaio; dopo di che il succo viene versato in un apposito vaso, e bevuto in tre diverse volte. Ci è ignota, ogni possibile identificazione della pianta utilizzata in questo rituale consacrato ad Aura Mazda, l'amanita muscaria pare essere il candidato più probabile.

il nephentes, la bevanda che con l'oblio reca conforto al dolore degli esseri umani, forse un derivato dal papavero; e al centro di un particolare rito, quello dionisiaco, il vino, sostanza inebriante sacra a Dioniso (il Bacco latino), e naturalmente la mandragora che in Grecia era consigliata sia come sonnifero che come medicamento contro la depressione.
Più antica invece la conoscenza dell'oppio, documentata da un papiro egizio. utilizzato in diverse pozioni e filtri, per uso narcotico,Alle piante, già nell'antichità, venivano attribuiti poteri sacri e magici.
Ci sono piante magiche e piante sacre, sono dotate di magnetismo irradiante, ed emanano forza che si espande tutto intorno di loro. La magia delle piante si basa sulla forza e il magnetismo. Conoscere il valore esoterico delle piante è importante per poi usarle nella magia. Per ottenere un buon effetto bisogna conoscere la loro gerarchia, quali parti usare e a quali pianeti appartengono.

Il profumo magico in sintonia con gli alberi è l'Eliotropio.

Per il Sole la pianta è la Sanguinaria usata per le relazioni amorose e l'unione delle persone con un vincolo invisibile. Viene usata questa pianta per saldare l'amore in un'ora di Venere, di giovedì in un'ora della notte per la donna e un'ora di giorno per l'uomo.

Per la Luna la Ninfea o le alghe, che sono piante acquatiche. Il profumo della Ninfea agisce sull'immaginazione, stimola i sogni e le visioni come anche la fantasia. E' favorevole alle iniziative legate ai viaggi.
Per Mercurio la sua pianta è Cinquefoglie: stimola il sapere e, usata come
talismano, aiuta nelle scoperte e nella ricchezza.

Per Marte la pianta è l'Acanto che infonde il coraggio nei momenti difficili e aiuta
a capire i problemi più complicati e a risolvere le più complesse situazioni.

Per Giove la pianta è il Giusquiamo che dona la saggezza e l'illuminazione.

Per Saturno la pianta è il Salice. Si può avere da questa pianta la forza morale e
la capacità di controllare gli Spiriti.

Tutte queste piante sono legate ad un pianeta ma ci sono anche altre che hanno dei
poteri senza appartenere ad un dominio astrologico.
Come si è detto anche il contatto diretto con la pianta ha il potere di tonificare
l'organismo e di allontanare eventuali forze negative.
A tale scopo, poiché ad ogni segno zodiacale corrisponde una pianta,
eccovi le corrispondenze astrologiche;
occorre ricordare ancora una volta che le piante vanno raccolte e riposte
solo e soltanto nell’ora corrispondente al pianeta che le domina

La magia delle piante è la più antica ed allo stesso tempo la più accessibile forma di magia, in quanto i suoi strumenti crescono intorno a noi. Nelle varie epoche l'uomo ha raccolto ed organizzato in antologie tali piante creando così il primo giardino.
Il giardino ha un significato magico e religioso: è la realizzazione di un'aspirazione dell'uomo, che si concretizza in quello che viene chiamato locus amoenus, cioè luogo di piacere, ricco di meraviglie ed abitato dagli dei. .



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:07

Alloro


Si tratta di una pianta molto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo ed in particolare in Italia. Presso la maggior parte dei popoli rametti di Alloro venivano utilizzati per cingere il capo dei vincitori, dei personaggi importanti, degni di riconoscimento e stima. L'alloro è dunque considerato il simbolo della gloria e della potenza. .



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:07

Salice



Al genere Salice appartengono circa duecento specie di alberi e arbusti, spesso difficilmente riconoscibili l'una dall'altra, vista anche la facilità con cui si ibridano tra loro. Il Salice bianco è un albero caduco, a crescita rapida, ma non molto longevo, che raggiunge i 15-20 metri di altezza, con un tronco di diametro massimo di 50-60 cm; è originario dell' Europa meridionale e centrale, dell'Africa settentrionale e dell'Asia. Ha chioma allargata, con rami spesso arcuati e ricadenti; la corteccia è grigio scuro, con profonde fessure; le foglie sono grigio-argento, lunghe e sottili, con una leggera peluria sulla pagina inferiore. In marzo compaiono i fiori, contemporaneamente alle foglie, quelli maschili sono amenti giallastri, quelli femminili sono più piccoli e verdastri. In giugno maturano i frutti, capsule di semi che vengono sparsi dal vento con una peluria bianca chiamata pappo.



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
19/05/2011 12:08

Ortica



Nome: Urtica dioica L.

Raccolta: Le radici e i semi da agosto a novembre, le parti aeree da maggio a luglio e i semi

Famiglia: Urticacee.

Nomi comuni: rettica, otica maschio, ozziau, urtil, Ortica garganella.

Habitat: Cresce spontaneamente in ogni condizione climatica e su ogni terreno.

Parti usate: Le radici, il fusto, le foglie e i fiori.

Conservazione: Le radici si essiccano al sole, mentre le parti aeree della pianta, una volta raccolte a mazzi si lasciano in luoghi secchi e ombrosi e quindi si raccolgono in sacchetti di tela.



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:00

Trifoglio



Il termine Trifoglio deriva dal latino Trifolium che significa costituito da tre foglie, quale è la forma che contraddistingue le foglie di questa pianta. Il Trifoglio è da sempre conosciuto per la dolcezza del proprio nettare che attira ogni genere di insetto. Da sottolineare è infine che il Trifoglio è il simbolo della fertilità.




°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:03

Abete

Conifera sempreverde; si tratta di un albero a crescita abbastanza lenta, mediamente longevo, che può raggiungere i 15-25 metri di altezza, ed i 3-8 metri di larghezza. Gli esemplari giovani hanno la classica chioma di forma conica, con l'età questo Abete assume una forma più allungata, a candela. Il fusto è eretto, e presenta ramificazioni orizzontali, solo i rami vicino al suolo tendono leggermente verso il basso; il fogliame è costituito da aghi, lunghi 4-7 cm, di colore verde-bluastro, spesso rivolti verso l'alto. In primavera produce infiorescenze femminili e maschili, di colore diverso, seguite da pigne legnose, che cadono dall'albero in autunno, rilasciando i semi. Albero molto adatto come esemplare singolo, necessita di molto spazio per svilupparsi al meglio; esistono alcune cultivar con aghi intensamente colorati.
[Modificato da shadow.20 04/10/2011 13:03]



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:05

Cardo spinoso



Nome: Cynara cardunculus var. altilis L.

Raccolta: Nei mesi più freddi.

Proprietà: Ipoglicemizzanti, aperitive, toniche, digestive, diuretiche.

Famiglia: Composite.

Nomi comuni: Caglio, cardo spinoso, carciofo selvatico.

Habitat: Non cresce spontaneamente.

Parti usate: Le coste.

Conservazione: Le coste, una volta pulite vengono immediatamente cucinate e consumate.
Uso: Non viene utilizzato con scopi medici ma è utilizzato solo in cucina



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:06

Bugola

Pianta sempreverde tappezzante, originaria dell'Europa e dell'Asia occidentale. Produce stoloni robusti che permettono alla pianta di colonizzare rapidamente ampi spazi di terreno, allargandosi sottoterra; ha fusti a sezione quadrata, erbacei, di colore verde scuro; le foglie sono ovali, a cucchiaio, di colore verde scuro, spesso con i bordi porpora o marroni; per tutta la primavera, e parte dell'estate, produce numerose spighe erette, ricoperte da piccoli fiori tubolari blu-viola.

[Modificato da shadow.20 04/10/2011 13:07]



°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:10

Nome: Achillea millefolium.

Famiglia: compositae.

Nomi comune: cent pied, erba dei somari, erba del soldato, millefoglie, sanguinella, stagna sangue.

Habitat: nei campi e nelle rive fino a 2200 metri.

Parti usate: solamente i fiori.

Raccolta: giugno settembre.

Conservazione: fare essiccare in un post areato e all'ombra.





°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:12

Betulla





La Betulla bianca è un albero originario dell'Europa e della Turchia; raggiunge in età adulta i 20-25 metri di altezza, ed ha solitamente vita breve, non supera infatti gli 80 inverni. É un albero a crescita abbastanza rapida, per raggiungere la sua altezza massima infatti di solito impiega circa vent'anni. I rami sono sottili, le foglie piccole, verde chiaro, diventano gialle in autunno; la corteccia, liscia e sottile, con l'età diventa bianca, e sviluppa caratteristiche striature nere nei punti in cui si desquama.
I fiori sono dei lunghi amenti marroni-giallastri; i semi compaiono in autunno, sono gialli, contornati da una membrana marrone, che permette di farli spostare dal vento anche di molti metri.




°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
OFFLINE
Post: 1.260
Città: RIETI
Età: 39
Sesso: Maschile
04/10/2011 13:14

Edera



Al genere Hedera appartengono numerose specie di arbusti rampicanti, sempreverdi. Ha fusti sottili, semilegnosi, flessibili, che divengono legnosi con il passare degli anni; su tutta la lunghezza i fusti dell'edera sviluppano piccole radici, che si ancorano al supporto che sostiene la pianta, sia esso un albero o una parete. Le foglie hanno un lungo picciolo, son di dimensione varia, a seconda della varietà, in genere lucide ed abbastanza rigide, portate da un lungo picciolo; i colori sono vari, dal verde scuro, al verde chiarissimo, con varietà dalle foglie variegate di giallo o di bianco; sono di forma trilobata o pentalobata, con lobi di forma varia, anche sulla medesima pianta. In genere i fusti fertili, ovvero quelli che producono fiori, presentano foglie scarsamente lobate, o anche ovali. Durante la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, all'apice dei fusti produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori verdi, seguiti da bacche scure. I frutti e le foglie di Edera sono tossici se ingeriti, ma vengono utilizzati in erboristeria.





°°°Shadow°°°
Custode del Sapere
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:47. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com